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MAR
Archive - ‘Mostre’
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FEB
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MAR
Ciao a tutti, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ho scritto per il Blog, questo perchè siamo stati presi da lavori interessanti e decisamente coinvolgenti.
Abbiamo realizzato una bellissima mostra di arte contemporanea per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo in occasione del loro ventennale installando delle opere di grande impatto e valore culturale. I gigante del Mont’e Prama in Sardegna, dove ho progettato e realizzato il sitema di retroproiezione a specchio portrait dei giganti, integrando i sistemi del CRS4 riproducendo così una simulazione interattiva con statue a grandezza naturale per la Soprintendenza dei Beni Culturali della Sardegna. Seguiamo la ristrutturazione della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino per l’auditorium Antonio Vivaldi. Continuiamo a gestire eventi e manifestazioni con il Centro Congressi Unione Industriale di Torino dove cerchiamo da anni di mantenere alti standar qualitativi.
Spero di aver presto tempo di parlarvi più approfonditamente di queste splendide esperienze e di molto altro ancora.
a presto!!!
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FEB
L’isola e a maggior ragione l’isola deserta sono nozioni estremamente povere e deboli da un punto di vista geografico; esse possiedono un debole statuto scientifico. Ma questo va a loro onore. Non c’è alcuna unità oggettiva nell’insieme delle isole. Ancora meno nelle isole deserte. _ Magari l’isola deserta può avere un suolo estremamente povero.
Deserta, essa può essere un deserto, ma questo non è affatto necessario. Se il vero deserto è inabitato, esso lo è in quanto non presenta le condizioni di diritto che renderebbero la vita possibile, vita vegetale, animale o umana. Al contrario, che l’isola deserta resti spopolata, resta un puro fatto che si collega alle circostanze, vale a dire a ciò che la circonda.
L’isola è ciò che il mare circonda, ciò che è deserto è l’oceano tutto intorno. Ed è in virtù delle circostanze che le navi passano da lontano e non si fermano mai.
(tratto da: Gilles Deleuze, L’isola deserta e altri scritti. Testi e interviste 1953-1974, Torino 2007)
Il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce propone per la prima volta in Italia una mostra che raccoglie il frutto del lavoro di ricerca portato avanti in questi anni dal collettivo Desertmed.
Desertmed è un’ indagine artistica multidisciplinare rivolta alla scoperta delle isole deserte del Mediterraneo che analizza le cause storiche, politiche e geografiche del loro abbandono. Le isole visitate dai membri del collettivo sono state suddivise in categorie a seconda del loro impiego odierno: Isole naturali, private, turistiche, adibite a parchi naturali, divenute sedi di prigioni, di insediamenti militari o industriali. Il risultato della ricerca è composto da video, fotografie, disegni, sculture, materiali audio, rilievi, mappe e interviste che tentano di fornire allo spettatore “una cartografia poetica e concettuale” degli unici spazi rimasti liberi nel mediterraneo. Desertmed cerca di rendere visibile l’invisibile attraverso l’interazione tra tecnologie tradizionali e tecnologie digitali innovative, senza privilegiare le une rispetto alle altre, convinti che il confine tra i vari modi di rappresentare possa essere superato.
Il collettivo, conosciuto a livello internazionale, ha esposto in rilevanti sedi quali Berlino, Istambul e Salonicco, inizialmente composto da Giulia di Lenarda, Armin Linke, Amedeo Martegani Giuseppe Ielasi, Renato Rinaldi e Giovanna Silva ad oggi annovera collaborazioni con artisti, fotografi, architetti, sound artist, scrittori e teorici. (Daniele Ansidei, Aristide Antonas, Elina Axioti , Angelo Boriolo, Giulia Bruno, Fabian Bechtle, Antonia Dika, Stefano Graziani, Wilfred Kühn e Simona Malvezzi, Franck Leibovici, Carlo Marchi, Carlo Ratti, Donato Ricci, Stella-Sophie Seroglou, Francesco Siddi, Andrea Tamburini)
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MAG
La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta The 338 Hour Cineclub, mostra conclusiva della settima edizione del progetto Residenze per Giovani Curatori, a cura di Rosalie Doubal (Uk, 1984), Alec Steadman (Uk, 1983), Emeline Vincent (Francia, 1983). La mostra sarà allestita nella sede di Torino della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e aprirà al pubblico l’8 maggio 2013, per concludersi il 15 settembre.
La mostra presenta opere di artisti italiani che si confrontano con film e video in una varietà di forme. The 338 Hour Cineclub rispetta l’impegno individuale di ciascun artista selezionato, ponendo l’accento sul film come medium condiviso. Questo approccio è dovuto alla qualità delle ricerche e al confronto collettivo con il medium del film evidenziato nelle opere degli artisti invitati, i cui lavori affrontano questioni diverse, dal linguaggio del cinema puro alla politica.
Tutti i lavori saranno esposti a rotazione nello schermo unico del cinema costruito in un padiglione temporaneo realizzato per l’occasione in una sala della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. La struttura garantisce le condizioni per una visione cinematografica ottimale. The 338 Hour Cineclub considera l’intero arco temporale della mostra con un programma giornaliero che si svilupperà nelle 338 ore in cui il progetto sarà aperto al pubblico. Richiamandosi ai ritmi differenti della mostra tradizionale, questo format incoraggia il pubblico a tornare durante l’intera durata dell’esposizione, permettendo di vedere una selezione completa dell’opera di ogni artista.
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10
MAG
Il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce presenta la mostra If a body meet a body di Julieta Aranda costituita da opere create appositamente per la prima personale dell’artista in un museo italiano.
L’artista ha sviluppato l’intero percorso espositivo del primo piano nobile come una riflessione sulla trasformazione della dicotomia fra lavoro manuale e lavoro intellettuale nel regime della new economy – epoca in cui la classica contrapposizione fra colletti bianchi e tute blu sembra essere archiviata, le rispettive divise appese al muro -, sulla scia delle teorie politiche secondo le quali il sistema economico attuale sarebbe fondato sulla produzione immateriale e lo scambio di segni e perseguirebbe l’asservimento delle facoltà cognitive agli interessi del capitale (semiocapitalismo).
Ispirandosi ad alcune serie scultoree presenti in collezione (opere di Guido Galletti, Guido Micheletti e Savina Morra), Aranda raduna una collettività eterogenea fatta di sole teste, una comunità potenzialmente pensante avulsa però dal resto del proprio corpo e dalla corporeità tout court.
Testa e mano, corpo e pensiero, simboli del lavoro fisico e di quello cognitivo, orbitano in tutta la mostra come frammenti ormai autonomi, indipendenti l’uno dall’altro, restituendoci l’immagine violenta di una individualità contemporanea decapitata, smembrata e disarticolata nelle sue componenti essenziali.
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11
MAR
Artista poco noto al pubblico italiano, durante la sua lunga carriera cominciata negli anni ´60, l´americano Tony Conrad ha sempre camminato sul sottile filo che lega innovazione e provocazione, sviluppando ricerche di avanguardia nella video arte, nel cinema sperimentale e nella composizione musicale. La mostra riunisce lavori che mettono in discussione il ruolo degli apparati mediatici nella società contemporanea e attuano procedure d´intervento nello spazio pubblico.
Conrad ha spesso messo in discussione con i suoi lavori i limiti e le contraddizioni del potere, mettendo in scena manifestazioni anti-arte negli anni ´60 e creando la serie di tele minimaliste Yellow Movies (film gialli) in cui al centro dell´opera viene rappresentato con pittura bianca uno schermo , il cui lento ingiallimento, nei decenni successivi, mette in scena un film la cui trama auto-generatasi dura più della vita del suo autore.
I lavori di Tony Conrad sono stati presentati al MoMA di NY, a Documenta Kassel, alla Biennale di Venezia, alla Tate Modern, al LA Museum of Contemporary Art, e al Whitney Museum of American Art.
Quì trovate il link al museo con orari e approfondimenti
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